18 aprile 2016 - 24 aprile 2016
Forse a volte ci si dimentica delle storie apparentemente periferiche.
Ci si dimentica che al di là dei momenti alti e celebrativi, esiste un
mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità ai più
sconosciuta ma dal valore estremamente significativo. All’interno della
grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a Milano e le
donne dei suoi cortili ebbero un ruolo particolare. Niguarda si liberò
il 24 aprile 1945, con un giorno di anticipo su Milano. E fu proprio in
quel giorno che si consumò uno degli episodi più tragici della
Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra di
nazisti sulla via della fuga, moriva – incinta di otto mesi – Gina
Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, una delle figure più
importanti del Gruppo di Difesa della Donna. Quest’ultimo vantava a
Milano ben 40.000 aderenti, oltre 3.000 attiviste: assisteva i militari
abbandonati da un esercito allo sbando; assisteva economicamente le
famiglie in cui il marito, il padre, era nei lager o in carcere; era
parte integrante dei Gruppi Volontari della Libertà e del comitato
cittadino del C.L.N.; compiva manifestazioni e comizi improvvisati nei
mercati rionali o in altre zone della città; forniva staffette in
operazioni delicate; stampava Noi Donne, un foglio clandestino
precursore del movimento femminista. Inoltre, sulle spalle delle donne
ricadeva gran parte del peso della realtà quotidiana, fatta di bambini e
anziani da accudire nel freddo, nella fame e nelle malattie. Un
ritratto tragico e insieme vivace della Niguarda resistente,
dedicato alle donne e al loro coraggio.Un testo basato su testimonianze
dirette del nostro recente passato che, attraverso la riscrittura
drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico. Emblematiche le ultime parole di Lia prima di morire: “Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo”. Nome di battaglia Lia
http://www.teatrodellacooperativa.it/distribuzione/nome-di-battaglia-lia-2/
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